Tra i protagonisti dei documentari della nuova edizione di Mondovisioni, solo forse i missionari evangelici in Africa di God loves Uganda attraversano tutto il film senza che li scalfigga un minimo dubbio, nel loro caso quello che la propaganda ultrareligiosa e omofoba, in un paese così fragile, faccia più danni che carità. Altrimenti tutti gli altri titoli in programma affrontano un’esperienza così tipica dei nostri tempi: smettere di credere (troppo) a qualcosa o qualcuno. Ai leader di un regime come quello nordcoreano ad esempio, dal quale fuggono i migranti clandestini di The defector; o ai consulenti finanziari cui gli abitanti della cittadina di Vik in Norvegia hanno affidato tasse e risparmi, che When Bubbles Burst cerca di capire che fine abbiano fatto. Gli haitiani sopravvissuti al devastante terremoto del 2010 ne hanno abbastanza delle fallimentari promesse di agenzie internazionali e ONG, visto che come denuncia Fatal assistance l’intero sistema degli aiuti umanitari è da rifondare; e noi faremmo meglio a dubitare, come confermato dalle rivelazioni di Edward Snowden, che tutti quei servizi on-line, applicazioni e siti web non ci costino davvero nulla… se non la rinuncia alla privacy, come scritto nelle “righe in piccolo” finalmente lette davvero in Terms and Conditions May Apply. La protagonista di Marta’s suitcase ha dovuto smettere di credere nell’uomo che amava, perché è stato proprio lui a ridurla in fin di vita, in un caso drammaticamente attuale di violenza di genere. Ma proprio come per Marta che lotta per tornare a vivere e uscire sicura di casa, l’importante è che arrivi il momento di fare i conti con quello che certe esperienze insegnano. E come alle catastrofi, ai dogmi di una fede o una tecnologia, ai drammi della storia e privati, così si può reagire alle ingiustizie sociali: in Fire in the Blood lo fa un disparato gruppo di coraggiosi attivisti contro il controllo mondiale dei brevetti sui farmaci salvavita, causa di milioni di morti per Aids nel terzo mondo; in Powerless sono invece gli spericolati pirati dell’elettricità indiani a schierarsi a modo loro contro l’ineguaglianza, armati solo di un paio di pinze, per un mondo dove ci sia un po’ più luce, giustizia e speranza per tutti.
Il tour 2013-2014 della rassegna Mondovisioni si è concluso a maggio 2014 dopo aver toccato 23 città: Lugo (RA), Trieste, Roma, Cento (FE), Venezia, Verona, Mantova, Brescia, Asti e Savona, Bologna, Pergine (TN), Padova, Torino, Città di Castello (PG), Gorizia, Monfalcone, Firenze, Milano, Macerata, Udine, Salerno e Cava De’ Tirreni (SA)