• Francia
  • Italia
- 2011 - 90'
Lingua: Arabo e inglese - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

Cairo, febbraio 2011. Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani e stanno facendo la rivoluzione. Occupano la Piazza notte e giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre migliaia di egiziani tutto ciò che non hanno mai potuto dire prima a voce alta. Le repressioni sanguinose del regime rinforzano la protesta; a Tahrir si resiste, si impara a discutere e a lanciare pietre, a inventare slogan e a curare i feriti: uno spazio di libertà in cui ci si ubriaca di parole. Tahrir è un film scritto con i volti, le mani, le voci di chi stava in piazza.

Festival:
  • Locarno

NOTE

Alla presenza del regista Stefano Savona


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Sito ufficiale


DICHIARAZIONE

«Negli ultimi vent’anni sono andato quasi ogni anno al Cairo e non mi sarei mai aspettato quello che è successo. Il 29 gennaio, dopo aver passato ore sul sito di al-Jazeera, incollato alla cronaca on-line della rivoluzione, frammentaria e a bassa risoluzione, ho deciso di partire per vedere chi c’era in Piazza Tahrir, chi fossero le migliaia di persone che per la prima volta in 30 anni sfidavano lo stato di emergenza e i divieti del regime; volevo capire cosa volessero, quali fossero i loro orientamenti politici e i loro riferimenti simbolici, come si immaginassero il futuro. In Piazza Tahrir si presentava un’occasione unica: filmare la società egiziana, gente di ogni provenienza e classe sociale, tutti insieme per la prima volta, uniti nell’unico scopo di abbattere la dittatura, asserragliati all’interno di una enorme piazza dove i poliziotti e gli sgherri del regime non potevano entrare. Sono stato testimone del risveglio politico di una generazione di giovani che ha vissuto tutta la propria vita sotto una dittatura, che impara a discutere, ad ascoltare, a confrontarsi nello spazio di una piazza occupata dove per parlare del futuro e di politica ci si dimentica perfino di dormire. La violenza e gli attacchi del regime non fanno che aumentare la forza delle proteste: la brutalità assedia la parola, ma la parola vince». Stefano Savona, regista

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