- 2010
- 92'
Anteprima: Italiana
SINOSSI
I primi processi celebrati dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia dal punto di vista del procuratore capo Luis Moreno-Ocampo, con un accesso senza precedenti a riunioni, dibattimenti e indagini sui più recenti crimini contro l’umanità, dal Darfur al Ruanda all’ex-Jugoslavia. Incaricato di perseguire dittatori e leader responsabili di genocidi, Ocampo diventa un eroe per i sopravvissuti, ma si attira anche critiche da ogni parte, con accuse di faziosità, eccessivo protagonismo, scarso rispetto per l’autonomia dei singoli stati. Le sue scelte contribuiranno a determinare il futuro della Corte Penale: potente strumento di giustizia mondiale o istituzione utopistica priva di vera efficacia?
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Sito ufficiale
DICHIARAZIONE
«Luis Moreno-Ocampo ci ha garantito il massimo accesso alla sua vita e dietro le quinte dell'attività della Corte Penale Internazionale. Argentino, molto presto nella sua carriera ha avuto la straordinaria esperienza di condannare tre capi di stato per i terribili crimini commessi nel suo paese durante la repressione militare. Credo che quel caso gli abbia dato quella che qualcuno potrebbe considerare una eccessiva fiducia in sé stesso. Riesce a mettersi contro non solo i criminali di guerra naturalmente, ma anche giudici, avvocati, femministe, accademici e diplomatici, che lo accusano di non seguire le regole. Alcune ONG si sono infuriate quando Moreno-Ocampo ha incriminato il presidente sudanese Al-Bashir, perché lui in tutta risposta ha costretto le associazioni umanitarie a lasciare il Darfur, mettendo migliaia di vite a rischio. Abbiamo realizzato un film d'attualità, ma anche fortemente critico, non certo una pubblicità per Moreno-Ocampo o un ingenuo documentario sui diritti umani in Africa. Quello di cui sono orgoglioso è che siamo riusciti credo a mettere lo spettatore al centro di questi complessi scenari, di fronte al gioco di forza tra potere e giustizia, ma in un modo molto personale, umano. Siamo stati lì in un momento davvero storico per l'attività della Corte, e ora che le attenzioni del Procuratore sono rivolte a Gheddafi, tutte le questioni al centro del film diventano ancor più rilevanti e d'attualità».
Barry Stevens, regista
IMMAGINI
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