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Page One: A Year Inside the New York Times

  • Andrew Rossi

Page One: A Year Inside the New York Times

  • Andrew Rossi
  • Stati Uniti
- 2011 - 91'
Lingua: Inglese - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

Nella migliore tradizione del documentario americano, Page One permette un inedito accesso al lavoro della redazione del New York Times, raccontando dall’interno la trasformazione del sistema dei media nel momento di maggiore incertezza, quando Internet sta superando la carta stampata come principale fonte di notizie, e quotidiani in tutto il mondo chiudono per bancarotta. Giornalisti come Brian Stelter, Tim Arango e il caustico David Carr raccontano la metamorfosi del mestiere mentre il loro stesso giornale lotta per restare in vita, e i loro capiredattori si confrontano con le sfide poste da WikiLeaks, Twitter, nuovi strumenti come i tablet, e con l’aspettativa che l’informazione on-line debba restare gratuita.

Distribuzione italiana: Feltrinelli – Real Cinema


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DICHIARAZIONE

«Eravamo a inizio 2009, un momento di vera crisi per il New York Times, e in genere per i quotidiani di tutto il paese. Molte persone in gamba dicevano cose terribili sul destino del giornale, apparentemente sensate: "Non c'è bisogno che la struttura che raccoglie informazioni sia la stessa che le analizza e produce opinioni in proposito. È troppo costoso, non servono tutti quei reporter." Era diventato un chiacchiericcio popolare, ma mi sembrava faceto e maldestro. Ho voluto fare questo film anche perché funzionasse come una sorta di avvocato del diavolo rispetto alle opinioni prevalenti in quel momento, che i nuovi media sarebbero la cura per tutti i mali e tutto il resto è condannato a sparire mentre questa rivoluzione si compie. Ora a fine proiezione capita che la gente dica: "Ho appena ricevuto l'avviso che mi mancano solo 5 articoli on-line alla soglia oltre la quale devo pagare per i prossimi contenuti. Magari questa volta lo faccio." Perché il principio della libertà di accesso all'informazione è altrettanto importante di quello della qualità del giornalismo e protezione delle sue fonti, che ci rendono cittadini migliori e meglio informati. Penso che entrambi possano essere ricondotti a una radice utopica o idealista comune, mentre nella cultura popolare sono stati messi per qualche ragione uno contro l'altro». Andrew Rossi, regista

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